Statuto

Fonte ispiratrice del presente Statuto è il Manifesto “Persona al centro”, redatto e approvato dal Comitato fondatore il 28 marzo 2020. Come si evince da esso, l’Associazione, di carattere propriamente filosofico, ma aperta a tutte le discipline, nasce con la finalità principale di mettere al centro la persona quale “prospettiva delle prospettive”, assumendola nell’insieme delle sue componenti spirituali, materiali, razionali, emozionali e nella capacità di generare legami comunitari.

Nel quadro della suddetta finalità generale gli scopi-obiettivi specifici che l’Associazione intende perseguire, promuovendo e coordinando ricerche italiane e internazionali sul tema della persona umana nelle sue molteplici dimensioni, sono:

  1. Promuovere studi sulle “filosofie della persona” che sono state sviluppate nella cultura moderna e contemporanea
  2. Confrontarsi con le nuove frontiere delle scienze e delle tecnologie per concorrere alla comprensione della natura umana
  3. Promuovere un’etica costruttiva e generativa, che non rinunci pregiudizialmente a una visione veritativa dell’umano
  4. Qualificarsi come organo di formazione sul piano etico-politico e valoriale senza identificarsi in nessuna ideologia partitica
  5. Mettere in luce i fondamenti filosofici ed etici di un’autentica prassi democratica indicando alcuni possibili itinerari per ripensare in radice le ragioni della politica nella capacità di creare relazioni interpersonali e comunitarie

 

L’Associazione intende avere un profilo culturale che si nutre della “convivialità delle differenze”. Lavorando sui tre livelli della ricerca, dell’incontro e dell’azione, si propone di fare al contempo “comunità di ricerca” e “ricerca di comunità”, con uno stile di vita associativa coerente con le finalità dichiarate.

(Dall’ ART. 2 – Finalità, scopi e attività)

 

Al fine di realizzare l’ideale della convivenza armonica i membri dell’Associazione si impegnano a ricercare e praticare la condivisione, la quale consiste nel dare vita a una unità concorde (condivisione integrativa), oppure, quando ciò non sia possibile, a una divisione consensuale (con/divisione), che comunque consenta lo sviluppo della vita associativa nell’accettazione positiva delle differenze. In tal modo il dialogo filosofico consente di rinnovare radicalmente il senso delle differenti posizioni, creando in maniera condivisa un orizzonte di pensiero caratterizzato dal fatto di riconoscere a ciascuna posizione una propria validità, cioè un proprio valore. 

(Dall’ ART. 4 – La convivenza interna: diritti e obblighi degli associati)

 

A questo livello istituzionale, nel quale si deve mettere in conto la necessità di prendere decisioni programmatiche e/o operative, la finalità della convivenza armonica indicata nell’Art. 4 si esprime nel fatto che l’Assemblea mira ad assumere, attraverso un dialogo franco e aperto tra i soci, decisioni capaci di integrare tutte le posizioni realizzando il massimo consenso possibile. Ai fini dell’approvazione formale l’Assemblea delibera a maggioranza. In ogni caso i membri dell’Associazione si impegnano a praticare la “divisione consensuale” per la quale tutti, compresi in particolare coloro che sono incaricati di rendere operative le delibere, operano in una maniera che risulti il più possibile rappresentativa di tutte le diverse posizioni esistenti.

(Dall’ ART. 7 – Assemblea)

 

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