L’’articolo di Francesco Totaro, La metafisica non ha pretese sulla verità, è stato pubblicato su Avvenire del 26 febbraio 2025:
Nel contesto di un dibattito filosofico contemporaneo, l’articolo di Francesco Totaro discute le interpretazioni della metafisica a partire da un intervento di Paolo di Motoli, che rilegge il pensiero di Gianni Vattimo. Vattimo è presentato come esponente di una metafisica “debole”, contrapposta alla tradizione classica che, da Platone e Aristotele, valorizza l’essere e la verità come fondamenti dell’esperienza e del pensiero.
L’autore riflette su come i filosofi del passato non abbiano mai inteso la metafisica come un sistema dogmatico o oppressivo, ma come un tentativo di dare ordine e intelligibilità all’esperienza. L’accusa alla metafisica di voler imporsi come verità assoluta è per Totaro una lettura fuorviante: la metafisica classica ha piuttosto cercato un linguaggio universale capace di nominare il senso e il valore delle cose, senza però pretendere una verità definitiva.
Totaro osserva anche che i moderni critici della metafisica – come Nietzsche, Heidegger e lo stesso Vattimo – hanno riconosciuto la centralità della domanda sul senso, pur rifiutando l’idea di fondamenti immutabili. In tal senso, la metafisica, più che una dottrina, appare come un orizzonte sempre aperto di significato.
Infine, l’articolo invita a superare la contrapposizione rigida tra metafisica “forte” e “debole”, aprendo piuttosto a un dialogo che valorizzi la complessità del pensiero umano e il suo bisogno di senso, senza assolutismi ma anche senza rinunciare alla ricerca della verità.