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Credere o no? George Edward Moore e la logica della fede nel Novece

Per la prima volta tradotti in italiano e pubblicati anche in lingua inglese, escono per Morcelliana gli Scritti su etica e religione di George Edward Moore (a cura di Sergio Cremaschi e Massimo Reichlin), figura chiave della filosofia analitica del Novecento e collega di Bertrand Russell e Ludwig Wittgenstein a Cambridge. L’opera, finora rimasta inedita, getta nuova luce su un aspetto spesso trascurato del pensiero di Moore: il suo agnosticismo morale.

In questi testi — scritti già negli anni ’90 dell’Ottocento — Moore distingue il proprio agnosticismo dall’ateismo materialista, sostenendo che nessuna delle due posizioni può vantare un supporto razionale definitivo. Tuttavia, solo il credere religioso avrebbe, secondo lui, una giustificazione sul piano psicologico: una “necessità assoluta” che spinge alcune persone a credere nonostante l’assenza di prove.

Nel saggio Religious Belief, Moore si interroga sulla legittimità morale del credere: è giusto credere anche senza evidenze? E cosa distingue un credente da chi si astiene dal credere? Per Moore, la risposta non si trova nella verità della fede, ma nella valutazione etica dell’atto di credere stesso, specialmente quando si è liberi di scegliere.

Questa nuova pubblicazione consente di riscoprire un pensatore che, mentre elaborava i fondamenti dell’etica analitica (come nei Principia Ethica del 1903), affrontava anche le grandi domande della religione con rigore logico e sensibilità morale. Un’occasione preziosa per comprendere meglio la filosofia analitica nei suoi rapporti con la fede, la scienza e il dibattito culturale del Novecento.

📘 G. E. Moore, Scritti su etica e religione, Morcelliana 2025, pp. 270, €24,00.

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